Gucci e Achille Lauro: una nuova frontiera dello storytelling di brand

L’argomento è uno dei più chiacchierati degli ultimi giorni nel mondo della comunicazione: l’operazione fatta da Gucci con il cantante Achille Lauro durante e dopo il Festival di Sanremo. Un’operazione che va al di là della classica campagna pubblicitaria o di product placement televisivo. Un’operazione, magistralmente commentata da Paolo Iabichino, che segue uno storytelling molto preciso, studiato con una logica edioriale

“Il brand ha portato avanti una missione strepitosa: Gucci ha hackerato il Festival di Sanremo. Nel senso che è riuscito a essere il terzo sponsor senza passare dai listini Rai e ha costruito intorno ad Achille Lauro una strategia editoriale molto precisa a cui lui si è prestato. Il testo di Lauro era sotto di un’ottava rispetto a quelli a cui siamo abituati. È come se avessero caricato in chiave marketing un personaggio per riempirlo di un contenuto che quest’anno aveva in misura minore. Gucci ha fatto scuola sotto questo punto di vista e ha dato una lezione intelligente di comunicazione e pubblicità. Non parliamo di una classica operazione di product placement, che potrebbe essere ad esempio quella di Elodie che ringrazia Versace per i vestiti, questa è una vera e propria case history. Qui si parla di novità, di uno show costruito ogni sera e incentrato su tematiche come arte, cultura, moda e musica che si intrecciano in quattro minuti di esibizione” – così ha commentato la vicenda Paolo Iabichino – ex CCO di Ogilvy Italia, miglior comunicatore dell’anno 2018 e maestro del college di Story Design alla Scuola Holdendi Baricco

Log in with your credentials

Forgot your details?